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Evidence 2019;11(11): e1000204 doi: 10.4470/E1000204
Pubblicato: 16 dicembre 2019
Copyright: Š 2019 Fondazione GIMBE Questo è un articolo open-access, distribuito con licenza Creative Commons Attribution, che ne consente lâutilizzo, la distribuzione e la riproduzione su qualsiasi supporto esclusivamente per fini non commerciali, a condizione di riportare sempre autore e citazione originale.
Lâipertensione arteriosa (di seguito ipertensione) in gravidanza è una condizione comune, che interessa circa il 10% delle donne gravide. Comprende sia lâipertensione cronica diagnosticata prima della gravidanza o entro la 20a settimana di gestazione, sia quella correlata alla gravidanza che include lâipertensione gestazionale e la pre-eclampsia (box 1).
Box 1. Classificazione dellâipertensione in gravidanza
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Se non correttamente diagnosticata e trattata, lâipertensione in gravidanza può determinare gravi conseguenze per la donna (es. aumento del rischio di stroke) e per il nascituro (es. basso peso alla nascita, rischio aumentato di cure intensive neonatali).
I medici di medicina generale (MMG) e gli specialisti in discipline diverse dallâostetricia-ginecologia hanno un ruolo fondamentale nellâidentificazione dellâipertensione in gravidanza, nel suo trattamento di prima linea e nellâindirizzare la donna verso appropriate cure specialistiche. Le donne con ipertensione pre-esistente che pianificano una gravidanza possono avere necessitĂ di una consulenza da parte del team di assistenza primaria o secondaria e potrebbero dover modificare la loro terapia standard, oltre che richiedere cure specialistiche.
I MMG devono conoscere gli attuali target pressori, i farmaci disponibili e le soglie pressorie che richiedono un consulto specialistico urgente. Inoltre, considerato che i disturbi ipertensivi in gravidanza predispongono le donne allâipertensione anche dopo il parto e, nel corso della vita, allâaumento del rischio di patologie cardiovascolari, lâassistenza primaria ha un ruolo cruciale nella riduzione del rischio e nella sorveglianza di queste condizioni. Ă quindi fondamentale che tutti i professionisti sanitari sappiano gestire in maniera ottimale lâipertensione durante la gravidanza e nel periodo post-partum.
Questo articolo sintetizza le raccomandazioni aggiornate del National Institute for Health and Care Excellence(NICE) su diagnosi e terapia dellâipertensione in gravidanza (1). Le raccomandazioni del NICE sono basate su revisioni sistematiche delle migliori evidenze disponibili e su una esplicita considerazione della costo-efficacia. Quando le evidenze disponibili sono limitate, le raccomandazioni sono basate sullâesperienza del gruppo che ha prodotto la linea guida — Guideline Development Group (GDG) — e sulle norme di buona pratica clinica. I livelli di evidenza delle raccomandazioni cliniche sono indicati in corsivo tra parentesi quadre.
1. Terapia dellâipertensione cronica in gravidanza
Per le donne con ipertensione cronica si applicano le stesse raccomandazioni su dieta e stile di vita delle donne non gravide. Per queste ultime, tuttavia la scelta dei farmaci antipertensivi è diversa in quanto deve tenere conto dei potenziali effetti collaterali sul feto. La precedente linea guida (LG) non raccomandava alcun farmaco, mentre in quella aggiornata labetalolo, nifedipina e la metildopa sono indicati come possibili opzioni terapeutiche da discutere con la donna in gravidanza. In base alle nuove evidenze il target pressorio in gravidanza è stato ridotto a 135/85 mmHg, rispetto al precedente di 150/100 mmHg, in linea con le evidenze sulla gestione dellâipertensione negli adulti.
Inoltre, tenendo conto della LG sullâuso dei test diagnostici basati sul fattore di crescita placentare (2) — placental growth factor (PlGF) — la LG aggiornata propone un ulteriore test nelle donne con sospetta pre-eclampsia, comprese quelle ad alto rischio come le pazienti con ipertensione cronica o ipertensione gestazionale.
- Fornire alle donne in gravidanza con ipertensione cronica consigli su:
- gestione del peso corporeo
- esercizio fisico
- sana alimentazione
- riduzione del consumo di sale
Fornire questi consigli in accordo con la LG NICE sullâipertensione negli adulti (3). [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Continuare con la terapia antipertensiva in atto se sicura in gravidanza, oppure cambiare farmaco, tranne se:
- pressione arteriosa sistolica stabilmente <110 mmHg, oppure
- pressione arteriosa diastolica stabilmente <70 mmHg, oppure
- presenza di episodi di ipotensione sintomatica
- Prescrivere una terapia antipertensiva alle donne in gravidanza affette da ipertensione cronica non trattata, se:
- pressione arteriosa sistolica stabilmente ≥140 mmHg oppure
- pressione arteriosa diastolica stabilmente ≥90 mmHg
[Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ da molto bassa a moderata e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Per le donne gravide in terapia antipertensiva puntare a raggiungere un target pressorio di 135/85 mmHg. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ da molto bassa a moderata e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Considerare il labetalolo per il trattamento dellâipertensione cronica nelle donne in gravidanza; la nifedipina se il labetalolo non è indicato, oppure la metildopa se non sono indicati labetalolo e nifedipina. Basare la scelta sulla terapia pre-esistente, sui possibili rischi ed effetti collaterali, inclusi quelli sul feto, e sulle preferenze della donna. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ molto bassa e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Prescrivere alle donne in gravidanza affette da ipertensione cronica a partire dalla 12a settimana 75-150 mg di aspirina 1 volta/die. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ da molto bassa a alta e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Prescrivere test basati sul PlGF per escludere la pre-eclampsia tra la 20a e fino alla 35a settimana di gestazione, se câè il sospetto che le donne con ipertensione cronica stiano sviluppando una pre-eclampsia.
2. Terapia dellâipertensione gestazionale
Il trattamento dellâipertensione gestazionale richiede un monitoraggio regolare per garantire il controllo dei valori pressori ed evitare la progressione verso la pre-eclampsia. Le evidenze su modalitĂ e frequenza del monitoraggio sono state riviste e, di conseguenza, modificate le raccomandazioni. Il target di pressione arteriosa è stato ridotto a 135/85 mmHg e la terapia farmacologica allineata a quella dellâipertensione cronica per semplificare le decisioni cliniche. Le raccomandazioni sono sintetizzate nella tabella 1. [Raccomandazioni basate su evidenze di qualitĂ da molto bassa a moderata e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
3. Valutazione della proteinuria
La proteinuria è uno dei segni chiave della pre-eclampsia e dovrebbe essere misurata, insieme alla pressione arteriosa, ad ogni visita prenatale (cfr. LG NICE sullâassistenza prenatale per le gravidanze non complicate (4)). Le raccomandazioni aggiornate sottolineano che le misurazioni della proteinuria dovrebbero sempre essere interpretate nellâambito di una valutazione clinica complessiva, visto che alcune donne possono sviluppare pre-eclampsia senza proteinuria e che può essere opportuno ripetere la misurazione in caso di sospetto di pre-eclampsia.
La precedente LG raccomandava di misurare la proteinuria utilizzando la raccolta urine nelle 24 ore o il rapporto proteinuria:creatininuria in un campione urinario spot. La LG aggiornata ha valutato le evidenze sullâaccuratezza diagnostica del rapporto proteinuria:creatininuria e del test alternativo del rapporto albuminuria:creatininuria, rilevando che entrambi hanno unâelevata specificitĂ e sensibilitĂ e devono sostituire la raccolta delle urine nelle 24 ore, non piĂš raccomandata.
- Interpretare il dosaggio della proteinuria per le donne in gravidanza nellâambito di una valutazione clinica complessiva di sintomi, segni e altri test diagnostici per la pre-eclampsia. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Utilizzare in setting specialistici un dispositivo di lettura automatizzata delle strisce reattive per lo screening con dipstick della proteinuria nelle donne in gravidanza. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ alta e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Se lo screening con dipstick è positivo (1+ o superiore) dosare la proteinuria tramite il rapporto albuminuria:creatininuria o quello proteinuria:creatininuria. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ da molto bassa a bassa e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Non utilizzare le prime urine emesse al mattino per misurare la proteinuria nelle donne in gravidanza. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ molto bassa]
- Non usare routinariamente la raccolta urine nelle 24 ore per misurare la proteinuria nelle donne in gravidanza.
- Se si utilizza il rapporto proteinuria:creatininuria per misurare la proteinuria nelle donne in gravidanza:
- 30 mg/mmol è la soglia diagnostica di una proteinuria significativa
- se il risultato è ≤30 mg/mmol e sussistono incertezze sulla diagnosi di pre-eclampsia ripetere il test su un nuovo campione, insieme ad una rivalutazione clinica
- Se si utilizza il rapporto albuminuria:creatininuria per diagnosticare la pre-eclampsia nelle donne in gravidanza con ipertensione:
- 8 mg/mmol è la soglia diagnostica di una proteinuria significativa
- se il risultato è ≤8 mg/mmol e sussistono incertezze sulla diagnosi di pre-eclampsia ripetere il test su un nuovo campione, insieme ad una rivalutazione clinica
4. Pre-eclampsia
La pre-eclampsia può essere associata a complicanze severe materne e neonatali e richiede unâadeguata valutazione e gestione dei rischi. La LG aggiornata raccomanda gli stessi target pressori e le stesse scelte terapeutiche dellâipertensione cronica e di quella gestazionale, semplificando la gestione da parte del medico, ma non raccomanda piĂš il ricovero ospedaliero per tutte le donne con pre-eclampsia, in assenza di robuste evidenze a supporto. Tuttavia, la LG fornisce maggiori informazioni sui segni di allarme indicativi di patologia piĂš severa che richiede il ricovero e su nuovi modelli predittivi per identificare le donne a rischio di complicanze severe.
4.1. Valutazione
- Eseguire una valutazione clinica completa ad ogni visita prenatale per le donne con pre-eclampsia e, in caso di preoccupazioni per il benessere di donna e bambino, ricoverare in ospedale la donna per osservazione e per eventuali interventi necessari. I segnali di allarme includono:
- pressione arteriosa sistolica stabilmente ≥160 mmHg
- dati biochimici o ematologici preoccupanti come un nuovo o persistente:
- aumento della creatinina (≥1 mg/100 mL), oppure
- aumento dellâalanina aminotransferasi (ALT) (>70 IU/L o >2 volte il limite superiore della norma), oppure
- riduzione della conta piastrinica (<150 000/ÂľL)
- segni di eclampsia imminente
- segni di edema polmonare imminente
- sospetto di compromissione fetale
- qualsiasi altro segno clinico che genera preoccupazione
- Considerare lâutilizzo dei modelli predittivi del rischio validati, quali fullPIERS o PREP-S, per decidere il setting assistenziale piĂš appropriato (es. necessitĂ di trasferimento in un ospedale dotato di terapia intensiva neonatale prima del parto) e le soglie di intervento. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ da moderata ad alta]
- Tenere in considerazione che:
- fullPIERS è utilizzabile in qualsiasi fase della gravidanza
- PREP-S dovrebbe essere utilizzato solo fino alla 34asettimana di gestazione
- fullPIERS e PREP-S non sono predittivi della prognosi del neonato
4.2. Terapia
Le raccomandazioni per il trattamento della pre-eclampsia sono descritte nella tabella 2. [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ da molto bassa a moderata e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
4.3. Pianificazione del parto pre-termine
Anche le raccomandazioni sulle indicazioni e sulle tempistiche ottimali per il parto in donne con pre-eclampsia sono state aggiornate (box 2).
Box 2. Tempistiche per il parto nelle donne con pre-eclampsia
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- Stabilire le soglie materne e fetali per pianificare un parto pre-termine prima della 37a settimana nelle donne con pre-eclampsia. Tali soglie possono includere, ma non sono limitate a, qualsiasi delle seguenti caratteristiche di pre-eclampsia severa:
- pressione arteriosa non controllata nonostante lâutilizzo di ≥3 classi di farmaci antipertensivi ad un dosaggio appropriato
- pulsiossimetria materna <90%
- progressivo deterioramento della funzionalitĂ epatica o renale, emolisi o piastrinopenia
- alterazioni neurologiche in corso come cefalea severa ed intrattabile, ripetuti scotomi visivi o eclampsia
- distacco di placenta
- flusso tele-diastolico invertito alla velocimetria doppler dellâarteria ombelicale, cardiotocografia non rassicurante o morte fetale.
Anche altre condizioni non elencate sopra possono essere prese in considerazione nella decisione di pianificare un parto pre-termine. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Coinvolgere un ginecologo esperto in ogni decisione sulla tempistica del parto per le donne con pre-eclampsia. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Coinvolgere il team anestesiologico quando si pianifica il parto in una donna con pre-eclampsia. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Coinvolgere il team neonatologico quando si pianifica il parto in una donna con pre-eclampsia e sono previste complicanze neonatali. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Se è previsto un parto prematuro in una donna con pre-eclampsia somministrare solfato di magnesio per via endovenosa e, se indicato, un ciclo prenatale di corticosteroidi. [Raccomandazione basata sulla LG NICE sul travaglio e il parto pre-termine (5)]
5. Assistenza post-partum
Molte donne affette da ipertensione in gravidanza avranno necessitĂ di una terapia antipertensiva anche nel post-partum, sebbene la durata del trattamento è variabile. La scelta del trattamento dipende da efficacia, sicurezza e tollerabilitĂ dei diversi farmaci. Al fine di migliorare lâaderenza terapeutica sono raccomandate preparazioni con mono-somministrazione giornaliera compatibili con lâallattamento al seno. Le raccomandazioni sono state aggiornate sulla base della LG NICE per la gestione dellâipertensione negli adulti (3) e adattate per supportare lâallattamento al seno nelle donne che possono farlo, minimizzando le probabilitĂ che le donne scelgano di non allattare al seno a causa della terapia.
- Informare le donne con ipertensione che desiderano allattare al seno che la terapia può essere modificata per adattarsi allâallattamento e che lâuso di farmaci antipertensivi non impedisce loro di allattare. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Spiegare alle donne affette da ipertensione che vogliono allattare al seno che:
- i farmaci antipertensivi possono passare nel latte materno
- la maggior parte dei farmaci antipertensivi assunti durante lâallattamento si ritrova solo in concentrazioni molto basse nel latte materno; di conseguenze, la quantitĂ di farmaci assunta dal bambino difficilmente causa effetti avversi
- la maggior parte dei farmaci non viene sperimentata su donne in gravidanza o durante lâallattamento, pertanto i disclaimer presenti nei foglietti illustrativi non sono dovuti a specifici problemi di sicurezza o evidenze di effetti avversi
- Prendere le decisioni terapeutiche insieme alla donna, in relazione alle sue preferenze. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- PoichĂŠ i farmaci antipertensivi possono passare nel latte materno:
- considerare di monitorare per le prime settimane la pressione arteriosa dei bambini che presentano sintomi di ipotensione, in particolare se nati pretermine
- al momento della dimissione, consigliare alla mamma di monitorare il bambino per eventuale insorgenza di sonnolenza, letargia, pallore, estremitĂ fredde o scarsa alimentazione
- Prescrivere enalapril per il trattamento dellâipertensione post-partum, monitorando adeguatamente funzione renale e potassiemia. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Per le donne di origine africana o caraibica affette da ipertensione nel post-partum considerare il trattamento antipertensivo con:
- nifedipina, oppure
- amlodipina se la donna lâha giĂ usata con successo per controllare i valori pressori
- Per le donne affette da ipertensione nel post-partum, in caso di controllo inadeguato dei valori pressori con un singolo farmaco, considerare lâassociazione nifedipina o amlodipina ed enalapril. Se questa combinazione non è tollerata o inefficace considerare di:
- aggiungere atenololo o labetalolo al trattamento di combinazione, oppure
- sostituire uno dei farmaci precedentemente assunti con atenololo o labetalolo
- Per il trattamento antipertensivo della donna nel post-partum utilizzare, se possibile, una formulazione con mono-somministrazione giornaliera. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Evitare, se possibile, lâutilizzo di diuretici o bloccanti del recettore dellâangiotensina per trattare lâipertensione post-partum nelle donne che allattano al seno. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Trattare le donne con ipertensione post-partum che non allattano al seno e non prevedono di farlo secondo la LG NICE sullâipertensione nellâadulto (3). [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
6. Conseguenze a lungo termine dellâipertensione in gravidanza
Lâipertensione insorta in gravidanza aumenta la probabilitĂ di recidive di disturbi ipertensivi in gravidanze successive e il rischio a lungo termine di ipertensione nel corso della vita.
Quantificare esattamente le probabilità di recidiva di ipertensione durante la gravidanza è complesso, ma la LG aggiornata fornisce alcune stime in tal senso (tabella 3). Informare le donne con disturbi ipertensivi che il rischio complessivo di recidiva in future gravidanze è di circa 1 su 5.
Inoltre, è nota lâassociazione tra i disturbi ipertensivi in gravidanza e lâaumentata probabilitĂ di ipertensione e la morbilitĂ cardiovascolare associata. La LG aggiornata fornisce le stime, per consentire alle donne di modificare di conseguenza il proprio stile di vita.
- Informare le donne che hanno sofferto di un disordine ipertensivo della gravidanza che questo è associato ad un aumentato rischio sia di ipertensione, sia cardiovascolare nel corso della vita (tabella 4). [Raccomandazione basata su evidenze di qualitĂ da moderata ad alta e sullâesperienza e lâopinione del GDG]
- Consigliare alle donne che hanno sofferto di un disordine ipertensivo in gravidanza di discutere con il proprio MMG o con il proprio specialista le strategie per ridurre il rischio cardiovascolare, incluso quello di disturbi ipertensivi. Questi consigli possono includere:
- evitare il fumo di sigaretta, come raccomandato dalla LG NICE sulla disassuefazione al fumo (6)
- mantenere uno stile di vita sano, come raccomandato dalla LG NICE sulla prevezione delle malattie cardiovascolari (7)
- mantenere un peso corporeo ideale, come raccomandato dalla LG NICE sullâobesitĂ (8)
- Nelle donne che hanno sofferto di pre-eclampsia o ipertensione con parto pre-termine prima della 34a settimana considerare un consulto pre-gravidanza per discutere i possibili rischi di recidive di disturbi ipertensivi in gravidanza e le strategie per ridurli in caso di gravidanze future. [Raccomandazione basata sullâesperienza e lâopinione del GDG]
7. Potenziali ostacoli allâimplementazione
Per supportare lâimplementazione di questa LG è disponibile uno strumento di ausilio decisionale per le pazienti (9). Gli strumenti predittivi PREP e fullPIERS sono gratuitamente disponibili online.
8. Raccomandazioni per la ricerca futura
- Sono necessari ulteriori studi sullâefficacia e la sicurezza dei farmaci antipertensivi in gravidanza, compresa la valutazione dellâefficacia comparativa dei vari farmaci antipertensivi per il trattamento dellâipertensione cronica, gli effetti neonatali dei Ă-bloccanti e dei bloccanti misti a e Ă e lâefficacia dei differenti farmaci antipertensivi nel post-partum.
- Valutare se lâassistenza ospedaliera è associata ad un miglioramento degli outcome nelle donne con pre-eclampsia.
- Definire la strategia di monitoraggio fetale ottimale per identificare i feti piccoli per lâetĂ gestazionale.
- Valutare lâefficacia degli interventi per ridurre sia il rischio di recidiva di ipertensione nelle gravidanze future, sia quello di complicanze cardiovascolari a lungo termine.
Affiliazione degli Autori
Fondazione GIMBE,
Contributo degli Autori
-Disclosure dei conflitti di interesse
Nessuno dichiaratoIndirizzo per la corrispondenza
nino.cartabellotta@gimbe.orgProvenienza
Non commissionato, non sottoposto a peer-reviewFonti di finanziamento
NessunaApprovazione comitato etico
-Ringraziamenti
Si ringraziano Matteo Casula (Medico, Scuola di Specializzazione in Malattie dellâApparato Cardiovascolare, UniversitĂ degli Studi di Pavia) per la traduzione in lingua italiana e Antonio Simone LaganĂ (Medico, Ospedale âFilippo del Ponteâ, UniversitĂ degli Studi dellâInsubria) per la revisione.
Pagina aggiornata il 16/dicembre/2019