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Evidence 2015;7(3): e1000106 doi: 10.4470/E1000106
Pubblicato: 10 marzo 2015
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Le malattie cardiovascolari (CV) rappresentano la principale causa di morte in Inghilterra e nel Galles (quasi 1/3 dei decessi). Si è reso necessario un aggiornamento delle linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE) pubblicate nel 2008 (1) alla luce delle nuove evidenze disponibili su: efficacia/sicurezza delle statine, rapporto costo/efficacia modificato dalla disponibilità di un maggior numero di molecole generiche (2), effetti della combinazione di statine con altri ipolipemizzanti (3-5) e nuovi strumenti di valutazione del rischio CV (6). L’aggiornamento delle linee guida include la valutazione del rischio CV e l’adozione di misure per controllare la dislipedemia nei pazienti con diabete di tipo 1 e 2 e malattia renale cronica.
Questo articolo riassume le più recenti raccomandazioni NICE (7) che si basano su una revisione sistematica delle migliori evidenze disponibili e sull’esplicita considerazione della costo-efficacia degli interventi sanitari. Quando le evidenze sono limitate, le raccomandazioni si basano sull’esperienza del gruppo che ha prodotto la linea guida — Guidelines Development Group (GDG) — e sulle norme di buona pratica clinica. I livelli di evidenza delle raccomandazioni cliniche sono indicati in corsivo tra parentesi quadre.
1. Valutazione del rischio cardiovascolare
- Utilizzare lo strumento QRISK2 per valutare il rischio CV nella popolazione generale, inclusi i pazienti con diabete di tipo 2.
- Il QRISK2 non può essere utilizzato in soggetti di età superiore a 84 anni.
- Non utilizzare gli strumenti di valutazione del rischio disponibili nelle condizioni in cui risultano poco affidabili:
- diabete di tipo 1
- velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) < 60 ml/min/1,73 mq o albuminuria o entrambi
- malattia CV pre-esistente
- ipercolesterolemia familiare o altre malattie ereditarie del metabolismo lipidico.
- Utilizzare il giudizio clinico per interpretare i punteggi del rischio CV che forniscono spesso valori approssimativi.
- Il rischio CV potrebbe essere sottostimato nei soggetti con alcune comorbidità o in terapia per altre patologie:
- trattamento per HIV
- gravi problemi di salute mentale
- farmaci che possono causare dislipidemia, quali antipsicotici, corticosteroidi o immunosoppressori
- patologie infiammatorie sistemiche, come il lupus eritematoso sistemico
- farmaci antipertensivi o ipolipemizzanti
- recente disuassefazione al fumo
- obesità severa (BMI > 40).
1.1. Comunicazione al paziente della valutazione del rischio e del piano terapeutico
- Durante la visita dedicare un tempo adeguato e utilizzare un linguaggio semplice per fornire informazioni sulla valutazione del rischio CV.
- Informare il paziente sul rischio CV assoluto e sui benefici/rischi di un intervento in un periodo di 10 anni attraverso:
- presentazione di specifici rischi e benefici
- illustrazione numerica del rischio assoluto di eventi
- uso di diagrammi e testi appropriati.
- Per coinvolgere attivamente i pazienti nella riduzione del loro rischio CV:
- chiedere cosa gli è stato già eventualmente comunicato sul proprio rischio CV e cosa ne pensano a riguardo
- sondare le loro convinzioni riguardo a cosa determini le loro future condizioni di salute perchè può influire sulla loro capacità di impegnarsi a modificare il proprio profilo di rischio CV
- valutare la disponibilità a modificare il proprio stile di vita (dieta, attività fisica, fumo, alcool), a sottoporsi a indagini diagnostiche e ad assumere farmaci a lungo termine
- informarli dei possibili scenari futuri basati sulle migliori evidenze disponibili
- coinvolgerli nello sviluppo di un piano di trattamento condiviso
- verificare che il paziente abbia ben compreso tutto ciò di cui si è discusso.
1.2. Dieta per la prevenzione cardiovascolare
- Tenere conto delle condizioni del singolo paziente (es. trattamento farmacologico, comorbidità , stili di vita) nel fornire consigli sulla dieta.
- È necessario invitare i pazienti a rischio CV o affetti da patologie CV a:
- ridurre l’assunzione di grassi saturi di origine animale, che riduce anche i livelli di grassi monoinsaturi
- sostituire i grassi saturi e monoinsaturi con olio d’oliva o olio di colza e utilizzarli nella preparazione dei cibi
- preferire farinacei integrali
- ridurre l’assunzione di zucchero e prodotti alimentari contenenti zuccheri raffinati, compreso il fruttosio
- consumare ogni giorno almeno cinque porzioni di frutta e verdura
- consumare almeno due porzioni di pesce alla settimana, di cui una porzione di pesce azzurro (le donne in gravidanza dovrebbero limitare il pesce azzurro a non più di due porzioni a settimana ed evitare marlin, squaliformi e pesce spada)
- consumare almeno 4-5 porzioni alla settimana di noci, semi e legumi non salati.
- Non consigliare alimenti o integratori arricchiti di steroli e stanoli vegetali, in assenza di evidenze sulla riduzione del rischio CV.
[Raccomandazioni basate su studi di coorte di bassa qualità e sull’esperienza e l’opinione del GDG]
2. Valutazione del profilo lipidico e consulto specialistico
- Eseguire un profilo lipidico completo (colesterolo totale, HDL e non HDL e trigliceridi) prima di iniziare la terapia ipolipemizzante. Non è necessario prelevare un campione a digiuno.
- I livelli ematici dei lipidi da soli non sono sufficienti per valutare la probabilità di un disordine lipidico familiare, ma devono essere interpretati alla luce dell’esame clinico e dell’anamnesi familiare. È necessario escludere possibili cause secondarie comuni di dislipidemia (es. eccesso di alcol, diabete non controllato, ipotiroidismo, epatopatie, sindrome nefrosica) prima dell’invio allo specialista.
- Se la concentrazione di colesterolo totale è >290 mg/dl, in presenza di una storia familiare di malattia coronarica precoce, prendere in considerazione l’ipotesi di una ipercolesterolemia familiare (8).
- Se la concentrazione di colesterolo totale è >348 mg/dl o quella di colesterolo non-HDL è >290 mg/dl, richiedere un consulto specialistico, anche in assenza di parenti di primo grado affetti da malattia coronarica precoce.
- Se la concentrazione di trigliceridi è >1770 mg/dl e non è imputabile a eccesso di alcol o a scarso controllo glicemico, indirizzare il paziente a cure specialistiche.
- Se la concentrazione di trigliceridi è 885-1770 mg/dl, ripetere la misurazione con un test a digiuno tra 5 e 15 giorni dopo il primo test. Consultare uno specialista se la concentrazione di trigliceridi rimane >885 mg/dl.
- Nei pazienti con concentrazione di trigliceridi 398-876 mg/dl, il rischio CV può essere sottovalutato dagli strumenti di valutazione del rischio.
[Raccomandazioni basate sull’esperienza e l’opinione del GDG]
3. Terapia con statine
In queste linee guida le statine sono raggruppate in tre categorie in base alla percentuale di riduzione del colesterolo LDL. Questa classificazione è stata concordata dal GDG sulla base dell’analisi della letteratura (tabella) (9).
- La decisione sull’opportunità di avviare il trattamento con statine deve essere presa dopo un colloquio informativo tra medico e paziente sui rischi e benefici del trattamento, tenendo conto dei possibili effetti positivi di modifiche dello stile di vita, delle preferenze informate del paziente, di comorbilità , politerapia, stato di fragilità e aspettativa di vita.
- Prima di iniziare il trattamento con statine eseguire esami ematochimici di base e un esame clinico e trattare comorbidità e cause secondarie di dislipidemia. Includere nella valutazione:
- abitudine al fumo
- consumo di alcol
- pressione arteriosa (10)
- indice di massa corporea o altra misura per valutare il grado di obesità (11)
- colesterolo totale, HDL e non-HDL e trigliceridi
- emoglobina glicata (HbA1c)
- funzionalità renale e stima della velocità di filtrazione glomerulare
- transaminasi
- TSH.
3.1. Prevenzione primaria
- Discutere i benefici della modifica degli stili di vita e eseguire una rivalutazione del rischio CV dopo che il paziente ha provato a cambiare lo stile di vita. Se la modifica degli stili di vita è inefficace o inappropriata, iniziare il trattamento con statine per la prevenzione primaria. [Raccomandazione basata sull’esperienza e l’opinione del GDG]
- Prescrivere atorvastatina 20 mg per la prevenzione primaria ai soggetti con un rischio CV ≥ 10% a 10 anni (stimato con il QRISK2). [Raccomandazione basata su evidenze di qualità da alta a moderata da trial controllati randomizzati, su un’analisi di costo-efficacia e sull’esperienza e l’opinione del GDG]
3.1.1. Pazienti con diabete di tipo 1
- Prescrivere atorvastatina 20 mg per la prevenzione primaria di patologie CV a pazienti con diabete di tipo 1 di età > 40 anni, affetti da diabete da oltre 10 anni, con nefropatia nota o altri fattori di rischio CV. [Raccomandazione basata e sull’esperienza e l’opinione del GDG]
3.1.2. Pazienti con diabete di tipo 2
- Prescrivere atorvastatina 20 mg per la prevenzione primaria di patologie CV a pazienti con diabete di tipo 2, con un rischio CV del 10% o superiore a 10 anni (stimato con il QRISK2). [Raccomandazione basata su evidenze di qualità da elevata a moderata da trial controllati randomizzati, su un’analisi di costo-efficacia e sull’esperienza e l’opinione del GDG]
3.2. Prevenzione secondaria
- Iniziare il trattamento con statine per la prevenzione CV secondaria con atorvastatina 80 mg.
- Utilizzare un dosaggio più basso di atorvastatina in caso di possibili interazioni farmacologiche (es. con claritromicina, azolici sistemici e antimicotici) o di un elevato rischio di effetti collaterali (es. pazienti anziani o con scarsa massa muscolare o con alterata funzionalità renale) o in base alle preferenze del paziente.
[Raccomandazioni basate su evidenze di qualità da elevata a moderata da trial controllati randomizzati, su un’analisi di costo-efficacia e sull’esperienza e l’opinione del GDG] - Non ritardare la terapia per gestire fattori di rischio modificabili. [Raccomandazione basata sull’esperienza e l’opinione del GDG]
4. Pazienti con malattia renale cronica
- Prescrivere atorvastatina 20 mg per la prevenzione primaria e secondaria di patologie CV a pazienti con insufficienza renale cronica. Aumentare il dosaggio, se il colesterolo non HDL non si riduce almeno del 40% e se la eGFR è =30 mL/min/1.73 mq. [Raccomandazione basata su evidenze di qualità da alta a moderata da trial controllati randomizzati, su un’analisi di costo-efficacia e sull’esperienza e l’opinione del GDG]
5. Follow up dei soggetti in terapia con statine
- Dosare il colesterolo totale, HDL e non HDL in tutti i soggetti in trattamento con statine ad alta intensità dopo 3 mesi di trattamento e puntare a una riduzione >40% del colesterolo non HDL.
- Se il colesterolo non HDL non si riduce almeno del 40%, verificare l’aderenza e i tempi di assunzione, ottimizzandoli alla dieta e allo stile di vita. Considerare un aumento del dosaggio se il paziente ha iniziato con meno di 80 mg di atorvastatina ed è a più alto rischio di sviluppare malattie CV a causa di comorbidità o in base allo score di rischio o al giudizio clinico.
- Con i pazienti stabili trattati con statine a bassa o media intensità discutere dei benefici e dei potenziali rischi della terapia con statine ad alta intensità e prendere una decisione condivisa.
- Rivalutare annualmente tutti i farmaci assunti dai pazienti che assumono le statine:
- utilizzare questa opportunità per verificare l’aderenza ai farmaci, la modifica dello stile di vita e dei fattori di rischio CV
- per una discussione informata considerare la necessità di un dosaggio annuale del colesterolo non HDL.
6. Consigli e monitoraggio degli effetti collaterali
- Informare i soggetti in terapia con statine che alcuni farmaci, alimenti e integratori possono interferire con le statine e consigliare di leggere il foglietto illustrativo, o rivolgersi a un farmacista o a un medico prima di iniziare il trattamento con altri farmaci o integratori.
- Ricordare di riprendere l’assunzione delle statine, se il paziente ne ha interrotto l’uso per interazioni farmacologiche o per il trattamento di malattie intercorrenti.
- Prima di prescrivere una statina, chiedere al paziente se ha dolori muscolari persistenti, generalizzati e inspiegabili, indipendentemente dal fatto che siano stati correlati con l’eventuale precedente assunzione di farmaci ipolipemizzanti. Se presenti, misurare i livelli di creatina chinasi (CPK):
- se i livelli di CPK sono oltre cinque volte i valori normali, ripetere la misurazione entro 5-7 giorni. Se i livelli di CPK si mantengono oltre cinque volte i valori normali, non iniziare la terapia con statine
- se i livelli di CPK risultano aumentati, ma meno di cinque volte il limite superiore della norma, iniziare il trattamento con statine a un dosaggio inferiore.
- Invitare il paziente in trattamento con statine a consultare un medico, se insorgono sintomi muscolari (dolore, dolorabilità o debolezza). In questo caso misurare la CPK.
- Se un paziente che ha sempre ben tollerato le statine riferisce dolore o debolezza muscolare, escludere altre possibili cause di dolore muscolare e aumento della CPK. Non dosare la CPK di routine in soggetti asintomatici in trattamento con statine.
- Dosare le transaminasi prima di iniziare la terapia con statine e dopo 3 e 12 mesi dall’inizio del trattamento, ma non ulteriormente in assenza di indicazioni cliniche.
- Non escludere dalla terapia con statine i pazienti con livelli di transaminasi aumentate entro tre volte il limite superiore della norma.
- Non interrompere la terapia con statine nei pazienti con aumento della glicemia o della HbA1c.
- Le statine sono controindicate in gravidanza. Informare le donne in età fertile del potenziale rischio teratogeno di tali farmaci, invitandole a interrompere l’assunzione se esiste la possibilità di una gravidanza. Inoltre, avvisare le donne che programmano una gravidanza di interrompere l’assunzione della statina almeno tre mesi prima del concepimento e di non assumere il farmaco sino al termine dell’allattamento al seno.
[Raccomandazioni basate su evidenze di qualità da alta a moderata da trial controllati randomizzati e sull’esperienza e l’opinione del GDG]
7. Intolleranza alle statine
- Mirare a trattare i pazienti con la dose massima tollerata di statina.
- Informare i pazienti che ogni statina a qualsiasi dosaggio riduce il rischio di patologie CV. In caso di insorgenza di effetti collaterali durante l’assunzione di statine ad alta intensità , discutere le seguenti strategie:
- interrompere il trattamento e provare a ricominciarlo quando i sintomi sono regrediti per verificare se i sintomi sono legati alla statina
- ridurre il dosaggio all’interno dello stesso gruppo di intensitÃ
- sostituire la statina con una appartenente ad un gruppo di minore intensità .
- Consultare lo specialista per altre opzioni terapeutiche per pazienti ad alto rischio di patologie CV (es. malattia renale cronica, diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, dislipidemie genetiche) e per quelli con patologie CV intolleranti a tre diverse statine. Il consulto può essere telefonico, con valutazione a distanza, o con visita specialistica.
- Non prescrivere il coenzima Q10 e la vitamina D per aumentare l’aderenza o ridurre gli eventi avversi muscolari correlati al trattamento con statine, perché non vi è alcuna evidenza di beneficio.
[Raccomandazioni basate su evidenze di bassa qualità da trial controllati randomizzati e sull’esperienza e l’opinione del GDG]
8. Altri farmaci
- Non prescrivere abitualmente fibrati, acido nicotinico, farmaci sequestranti gli acidi biliari (resine a scambio anionico) o composti a base di omega-3, da soli o in combinazione con una statina, per la prevenzione delle malattie CV, perché non vi è alcuna evidenza di beneficio. [Raccomandazione basata su evidenze di qualità da elevata a molto bassa da trial controllati randomizzati e sull’esperienza e l’opinione del GDG]
9. Potenziali ostacoli all’implementazione
Queste raccomandazioni introducono come parametro di riferimento il dosaggio del colesterolo non HDL, piuttosto che del colesterolo LDL e riducono la soglia di costo-efficacia delle statine in prevenzione primaria. Nel Regno Unito i soggetti che possono essere trattati con statine saranno identificati tramite con il NHS Health Check, un programma di screening universale per le persone di età compresa tra 40 e 70 anni, finalizzato ad identificare i pazienti con un alto rischio di sviluppare malattie CV, diabete o malattie renali (12).
Sempre più persone chiederanno spiegazioni esaustive sul loro rischio CV, consigli sullo stile vita, informazioni su potenziali benefici e rischi e monitoraggio degli effetti collaterali. Sono stati sviluppati strumenti per aiutare a spiegare il rischio CV e i potenziali benefici del trattamento (13); il NICE sta attualmente sviluppando un sistema di supporto decisionale per il paziente, basato sulla valutazione del rischio CV e sulla prevenzione della malattie CV.
È stata condotta un’analisi di costo-efficacia per confrontare le statine ad alta, media e bassa intensità vs placebo nella prevenzione primaria; nessun trial sulla modifica del rischio CV totale ha valutato contemporaneamente stili di vita e terapia farmacologica. L’analisi di costo-efficacia ha preso in considerazione anche gli altri costi oltre al prezzo del farmaco (es. consultazioni con il medico di medicina generale, test biochimici iniziali e di follow-up). Le statine ad alta intensità sono risultate costo-efficaci con una soglia di costo-efficacia di € 25.040 per anno di vita guadagnato aggiustato per qualità (QALY), in confronto a tutte le altre opzioni per la prevenzione secondaria. Le statine ad alta intensità sono risultate costo-efficaci anche per la prevenzione primaria nei pazienti con livelli di rischio CV al di sopra delle soglie che variano per età e sesso dal 2,4% al 7,3% per atorvastatina 20 mg e dal 3,4% al 11,6% per atorvastatina 80 mg.
10. Quali raccomandazioni per la ricerca futura?
Il GDG ha identificato le seguenti priorità per la ricerca futura:
- Qual è l’efficacia della valutazione della sola età e di altri fattori di rischio, rispetto alla valutazione standardizzata del rischio multifattoriale, per identificare le persone ad alto rischio di sviluppare malattie CV?
- Quando si valuta la costo-efficacia delle statine per ridurre il rischio di malattie CV, la previsione è migliorata dall’uso di un database ricavato da meta-analisi basate su pazienti individuali piuttosto che da quelle che aggregano i risultati di singoli studi?
- Nei pazienti anziani, qual è l’efficacia della terapia con statine?
- Nei pazienti con diabete di tipo 1 qual è l’efficacia delle statine e di altri trattamenti che riducono il colesterolo LDL?
- Nei pazienti senza malattie CV note, qual è l’efficacia e la frequenza di eventi avversi della terapia con atorvastatina 20 mg/die, rispetto a 40 mg/die e a 80 mg/die?
Affiliazione degli Autori
Antonino Cartabellotta, Presidente Fondazione GIMBE
Lora Accettura, Medico in Formazione, Corso di Formazione in Medicina Generale, Regione Puglia
Luigi Santoiemma, Medico di Medicina Generale, ASL Bari
Contributo degli Autori
-Disclosure dei conflitti di interesse
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-Pagina aggiornata il 10/marzo/2015