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Evidence 2014;6(1): e1000067 doi: 10.4470/E1000067
Pubblicato: 28 gennaio 2014
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L’autismo si presenta in circa l’1% dei bambini e dei giovani (1) con una minor frequenza nel genere femminile (2) e nei pazienti con disabilità mentale severa (1). Rappresenta una delle principali cause di disabilità permanente che nel Regno Unito comporta costi di sostegno e mancata produttività stimati in oltre 32 miliardi di euro/anno (3).
Anche se le manifestazioni cliniche dell’autismo e i deficit funzionali connessi sono estremamente variabili, i sintomi principali del disturbo sono costituti da una disabilità persistente nelle interazioni sociali e nella comunicazione sociale e dalla limitazione e ripetitività di modelli di comportamento, interessi e attività . Queste caratteristiche si presentano indipendentemente dalla disabilità intellettiva del soggetto e sono presenti in particolare nella prima infanzia, anche se possono essere mascherati dal supporto o da compensazioni dei genitori. Disabilità intellettiva, problemi di linguaggio, deficit scolastici e disordini motori sono comuni (4), mentre disordini mentali e comportamentali si riscontrano sino al 70% dei casi (5). La presenza di tutti questi fattori, accanto ad alterazioni della sensorialità , costipazione, disturbi del sonno e dell’alimentazione e comportamenti disadattivi, aumentano considerevolmente l’impatto dell’autismo, oltre che sui pazienti e i loro familiari, anche sui professionisti dei servizi sanitari e sociali e della scuola.
Questo articolo sintetizza le più recenti raccomandazioni sulla presa in carico dell’autismo nei bambini e nei giovani, prodotte congiuntamente dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE) e dal Social Care Institute for Excellence (SCIE) (6). Le raccomandazioni sono basate su una revisione sistematica delle migliori evidenze disponibili e sull’esplicita considerazione della costo-efficacia degli interventi sanitari. Quando le evidenze sono limitate, le raccomandazioni si basano sull’esperienza del gruppo che ha prodotto la linea guida – Guidelines Development Group (GDG) – e sulle norme di buona pratica clinica. I livelli di evidenza delle raccomandazioni cliniche sono indicati in corsivo tra parentesi quadre.
1. Accesso ai servizi sanitari e sociali
- Garantire a tutti i bambini e giovani affetti da autismo la piena fruizione dei servizi sanitari e sociali, inclusi quelli di salute mentale, indipendentemente dalle capacitĂ intellettive o da eventuali comorbiditĂ .
[Raccomandazione basata su ricerca qualitativa dell’esperienza assistenziale e sull’esperienza e sull’opinione del GDG]
2. Organizzazione ed erogazione dei servizi
- La valutazione, la gestione e il coordinamento degli interventi per i bambini e i giovani affetti da autismo dovrebbero essere garantiti nei servizi territoriali da team locali multidisciplinari specializzati, costituiti da professionisti afferenti a servizi sanitari, per la salute mentale, per i disturbi dell’apprendimento, a servizi educativi e sociali, secondo quanto raccomandato dalle linee guida NICE sull’autismo nei bambini e nei giovani (7) e sull’autismo negli adulti (8).
[Raccomandazione basata su ricerca qualitativa dell’esperienza assistenziale, su una revisione delle linee guida NICE sull’autismo e sull’esperienza e sull’opinione del GDG]
3. Conoscenze e skills dei professionisti dei servizi sanitari e sociali
Professionisti e operatori sanitari e sociali che lavorano con bambini e giovani autistici in qualunque setting assistenziale dovrebbero ricevere una formazione specifica sull’autismo al fine di acquisire adeguate competenze per gestire questo disturbo relativamente a:
- Natura e decorso dell’autismo e dei comportamenti disadattivi
- Riconoscimento di patologie e condizioni frequentemente coesistenti quali:
- Problemi di salute mentale, quali ansia e depressione
- Malattie neurologiche, come l’epilessia
- Disturbi del sonno
- Altri disturbi neuroevolutivi, come il disturbo da deficit di attenzione/iperattivitĂ (ADHD)
- Esperienza soggettiva dell’autismo e relativo impatto sul soggetto
- Impatto dell’autismo su familiari (inclusi fratelli e sorelle) e caregivers
- Impatto dell’ambiente sociale e fisico sul soggetto
- Modalità di valutazione del rischio (es. trascuratezza, auto ed etero-aggressività , scarsa cura di sé, crisi familiari o della struttura residenziale, sfruttamento o abuso da parte di altri) e sviluppo di un piano di gestione del rischio
- Esigenze e necessitĂ che si modificano con la pubertĂ , inclusi la comprensione delle relazioni intime e gli eventuali problemi correlati, come il fraintendimento di comportamenti altrui
- Rilevanza delle principali “transizioni”, come il cambio di scuola o di servizi sanitari e sociali
- ModalitĂ per fornire assistenza e supporto individualizzati e garantire coerenza di approccio tra casa, scuola e altri contesti
- Skills comunicative con bambini e giovani.
[Raccomandazione basata su ricerca qualitativa dell’esperienza assistenziale e sull’esperienza e sull’opinione del GDG]
4. Adattare l’ambiente sociale e fisico e i processi assistenziali
- Valutare l’ambiente in cui il soggetto viene sostenuto e assistito, apportando ragionevoli modifiche o adattamenti per minimizzare ogni effetto negativo, attraverso:
- Supporti visivi (es. parole, figure o simboli comprensibili per il soggetto)
- Stimoli sensoriali, quali il colore delle pareti o dei mobili, l’illuminazione, il livello dei suoni
- Dimensione degli spazi individuali.
[Raccomandazione basata su ricerca qualitativa dell’esperienza assistenziale e sull’esperienza e sull’opinione del GDG]
5. Interventi per i sintomi “core” dell’autismo
- Considerare uno specifico intervento sulla comunicazione sociale che includa strategie basate sul gioco con genitori, familiari e insegnanti per incrementare l’attenzione congiunta, il coinvolgimento nella relazione e la comunicazione reciproca nel bambino o nel giovane. Tali strategie dovrebbero:
- Essere modulate in relazione al livello di sviluppo del soggetto
- Accrescere in genitori, familiari, insegnanti, gruppo dei pari la comprensione, la sensibilitĂ e la capacitĂ di risposta ai modelli di comunicazione e interazione del soggetto
- Includere tecniche di modeling da parte del terapista, video-modeling e video-feedback delle interazioni sociali
- includere tecniche per incrementare la comunicazione del soggetto, il gioco interattivo e le routines sociali
- Non prescrivere antipsicotici, antidepressivi, anticonvulsivanti e diete di esclusione (es. senza glutine o caseina) per gestire i sintomi “core” dell’autismo, perché il profilo rischi/benefici (in particolare degli anticonvulsivanti e delle diete di esclusione) non supporta il loro utilizzo.
[Raccomandazione basata su trial controllati randomizzati di qualità da moderata a molto bassa per antipsicotici, antidepressivi anticonvulsivanti; su trial controllati randomizzati di qualità da bassa a molto bassa per le diete di esclusione; e sull’esperienza e sull’opinione del GDG]
Gli interventi dovrebbero essere erogati da un professionista adeguatamente formato.
Per i bambini in etĂ pre-scolare considerare la mediazione di un genitore, un familiare o un insegnante; per quelli in etĂ scolare la mediazione dei pari.
[Raccomandazione basata su trial controllati randomizzati di qualitĂ da bassa a moderata per gli interventi mediati da familiari e insegnanti e su trial controllati randomizzati di qualitĂ molto bassa per gli interventi mediati dai compagni]
6. Interventi che non dovrebbero essere mai utilizzati
- Non somministrare mai ai soggetti autistici secretina, chelanti o terapia con ossigeno iperbarico, considerata l’assenza di prove di efficacia e i rischi associati al loro utilizzo.
[Raccomandazione basata su trial controllati randomizzati di qualità da moderata a molto bassa per la secretina; su trial controllati randomizzati di qualità da bassa a molto bassa per la terapia della chelazione e dell’ossigeno iperbarico; e sull’esperienza e sull’opinione del GDG]
7. Interventi per i comportamenti disadattivi
- Nella valutazione periodica e nella pianificazione degli interventi, valutare i fattori che possono aumentare il rischio di comportamenti disadattivi, tra cui:
- Deficit di comunicazione che possono comportare difficoltà nel comprendere specifiche situazioni o nell’esprimere necessità e desideri
- Coesistenza di patologie fisiche (es. dolore o patologie gastrointestinali), mentali (es. ansia o depressione) e altri disturbi neuroevolutivi (es. ADHD)
- Ambiente fisico (es. illuminazione, livello dei suoni)
- Ambiente sociale (casa, scuola, attivitĂ ricreative)
- Cambiamenti nelle routines o nelle situazioni personali
- Cambiamenti legati allo sviluppo (es. pubertĂ )
- Sfruttamento o abuso da parte di altri
- Rinforzo involontario dei comportamenti disadattivi
- Assenza di prevedibilitĂ e di struttura
- In assenza di coesistenti problemi mentali, disordini comportamentali, disturbi fisici o problemi ambientali che scatenano o mantengono i comportamenti disadattivi, offrire un intervento psicosociale come trattamento di prima scelta, previa valutazione funzionale del comportamento
[Raccomandazione basata sull’esperienza e sull’opinione del GDG] - Considerare i farmaci antipsicotici per gestire i comportamenti disadattivi nel caso in cui interventi psicosociali o di altra natura siano insufficienti o inutilizzabili a causa della gravità del comportamento. Inizialmente gli antipsicotici dovrebbero essere prescritti e monitorati da un pediatra o da uno psichiatra che dovrebbe:
- Identificare il comportamento target
- Definire adeguati indicatori per monitorare l’efficacia della terapia, come la frequenza e l’intensità dei comportamenti, oltre a un indicatore di impatto complessivo del trattamento
- Rivalutare dopo 3-4 settimane efficacia ed effetti collaterali della terapia
- Interrompere il trattamento in assenza di risposta clinicamente rilevante entro 6 settimane.
8. Interventi per i disturbi del sonno
- Se il soggetto autistico presenta disturbi del sonno eseguire una valutazione per identificare
- Il tipo di problema (es. difficoltĂ di addormentamento, risvegli frequenti, comportamenti insoliti, problemi di respirazione o sonnolenza durante il giorno)
- Ritmi del sonno diurno e notturno e ogni eventuale relativo cambiamento
- Regolarità dell’orario della messa a letto e caratteristiche dell’ambiente in cui il soggetto dorme
- Presenza di comorbiditĂ , in particolare quelle legate ad iperattivitĂ o altri problemi comportamentali
- Livelli di attivitĂ e di esercizio fisico durante il giorno
- Possibili patologie o disturbi fisici
- Effetti di ogni eventuale farmaco
- Fattori soggettivi come le relazioni emotive o problemi a scuola
- L’impatto sui genitori, sugli altri familiari e sui caregivers.
9. Familiari e caregivers
- Offrire alle famiglie, inclusi i fratelli e ai caregivers una valutazione dei loro bisogni, compresa l’esistenza di:
- Un sostegno personale, sociale ed emotivo
- Un supporto pratico nel loro ruolo assistenziale, compresi brevi pause e piani di emergenza
- Un piano per l’assistenza futura del soggetto autistico, incluso il passaggio ai servizi per adulti.
10. Passaggio ai servizi per adulti
- Per i giovani di etĂ ≥ 16 anni con necessitĂ complesse o gravi:
- Affrontare in modo coordinato le loro necessità e fornire supporto per il passaggio da un servizio all’altro
- Coinvolgere nella pianificazione degli interventi i giovani pazienti, e, se appropriato, familiari o caregivers
- Fornire informazioni sui servizi per adulti ai pazienti o ai loro familiari o caregivers, in particolare sul diritto a una valutazione socio-assistenziale al compimento dei 18 anni.
11. Quali potenziali ostacoli per l’implementazione?
La generale difformità di accesso ed erogazione dell’assistenza e di interventi efficaci (per l’autismo e per problemi di salute fisica e mentale) rende potenzialmente difficile l’implementazione della linea guida. Tuttavia, la costituzione di gruppi locali e di team multidisciplinari per l’autismo dovrebbe facilitare la risoluzione del problema e migliorare l’accesso alle cure. Inoltre, distinguendo gli interventi per i sintomi “core” dell’autismo, per i problemi associati e per le comorbidità fisiche e mentali, la linea guida permetterà ai pazienti di accedere a trattamenti efficaci e appropriati, evitando quelli inefficaci, inappropriati o dannosi. Anche l’erogazione dell’assistenza sociale è variabile e talora inappropriata: per risolvere il problema, la linea guida suggerisce di integrare l’assistenza sanitaria e sociale nell’ambito di team multidisciplinari per l’autismo e di raccomandare il supporto sociale per il bambino e per i suoi genitori.
12. Quali raccomandazioni per la ricerca futura?
- Il valore di un approccio basato su un progetto specifico per i bambini e i giovani affetti da autismo – definito da un protocollo e erogato in aggiunta alla consueta assistenza – in termini di soddisfazione, funzionamento e stress genitoriale e di psicopatologia del bambino
- L’efficacia e la costo-efficacia di:
- Interventi di parent training di gruppo (vs interventi standard) per genitori o caregivers per ridurre nel breve e medio termine i comportamenti disadattivi precoci o emergenti
- Interventi di igiene del sonno o melatonina per trattare l’insorgenza di problemi di addormentamento, risvegli notturni e riduzione del sonno nei bambini affetti da autismo di età compresa tra 4 e 10 anni
- Interventi farmacologici e psicosociali per i disturbi d’ansia
- L’efficacia di:
- interventi globali precoci che combinano molteplici elementi
- erogazione da parte di genitori e insegnanti degli interventi sui sintomi “core” dell’autismo e sulle problematiche coesistenti nei bambini di età prescolare.
2. Mandy W, Chilvers R, Chowdhury U, Salter G, Seigal A, Skuse D. Sex differences in autism spectrum disorder: evidence from a large sample of children and adolescents. J Autism Dev Disord 2012;42:1304-13.
3. Knapp M, Romeo R, Beecham J. Economic cost of autism in the UK. Autism 2009;13:317-36.
4. Charman T, Pickles A, Simonoff E, Chandler S, Loucas T, Baird G. IQ in children with autism spectrum disorders: population data from the SNAP Project. Psychol Med 2011;41:619-27.
5. Simonoff E, Pickles A, Charman T, Chandler S, Loucas T, Baird G. Psychiatric disorders in children with autism spectrum disorders: Prevalence, comorbidity, and associated factors in a population-derived sample. J Am Acad Child Adolesc 2008;47:921-9.
6. National Institute for Health and Care Excellence. Autism: the management and support of children and young people on the autism spectrum. (Clinical guideline 170.) August 2013. Ultimo accesso 28 gennaio 2014.
7. National Institute for Health and Clinical Excellence. Autism diagnosis in children and young people: recognition, referral and diagnosis of children and young people on the autism spectrum. (Clinical guideline 128.) September 2011. Ultimo accesso 28 gennaio 2014.
8. National Institute for Health and Clinical Excellence. Autism: recognition, referral, diagnosis and management of adults on the autism spectrum. (Clinical guideline 142.) June 2012. Ultimo accesso 28 gennaio 2014.
Contributo degli Autori
-Disclosure dei conflitti di interesse
Antonino Cartabellotta è il Presidente della Fondazione GIMBE, organizzazione no-profit che svolge attività di formazione e ricerca su alcune tematiche trattate nell’articoloIndirizzo per la corrispondenza
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Non richiestaPagina aggiornata il 28/gennaio/2014