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GIMBEnews 2010;6:5-6
Pubblicato: 7 marzo 2011
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2. Interventi finanziari
Vengono riportati tutti gli interventi inclusi nella tassonomia EPOC, anche se in Italia alcuni non sono attuabili o lo sono solo parzialmente. Il termine provider è da intendersi come “soggetto erogatore di assistenza sanitaria”, sia esso l’organizzazione (aziende sanitarie pubbliche e private accreditate) o il professionista.
2.1. Interventi finanziari sul provider
- Fee-for-service. Il provider viene pagato in relazione al numero e alla tipologia di servizi erogati.
- Quota capitaria. Al provider viene assegnata una quota fissa di risorse per ogni cittadino assistito, indipendentemente da quanto egli utilizzi effettivamente i servizi sanitari. In Italia è utilizzata per il finanziamento delle ASL da parte delle regioni, e dalle ASL per finanziare la medicina generale e la pediatria di libera scelta.
- Provider salaried service. Il provider riceve un salario di base per finanziarie l’erogazione dell’assistenza sanitaria: in Italia corrisponde al pagamento dei professionisti dipendenti in relazione agli accordi contrattuali che definiscono salari predeterminati.
- Prospective payment. Sistema di pagamento prospettico: al provider viene assegnata in anticipo una quantità fissa di risorse. Prima dell’aziendalizzazione del SSN, questa strategia coincideva in Italia con il finanziamento degli ospedali “a piè di lista”.
- Provider incentives. Benefit finanziari diretti o indiretti assegnati al provider, quale incentivo per il raggiungimento di specifici obiettivi. Include i cosiddetti meccanismi di pay-for-performance.
- Provider grant/allowance. IndennitĂ finanziaria diretta o indiretta assegnata al provider non legata ad alcun obiettivo specifico.
- Provider penalty. PenalitĂ finanziaria diretta o indiretta per il provider, in conseguenza del mancato raggiungimento di specifici obiettivi.
- Prontuari: inserimento/esclusione di prodotti rimborsabili.
2.2. Interventi finanziari sui pazienti
- Premio assicurativo. Polizza per l’assicurazione sanitaria pagata integralmente dal paziente o parzialmente sostenuta dal suo datore di lavoro.
- Co-payment. Quota finanziaria a carico del paziente che integra quella del sistema sanitario o dell’assicurazione. In Italia è rappresentata dal ticket per i farmaci e le prestazioni specialistiche.
- User-fee. Pagamento diretto da parte del paziente: due esempi riconducibili al nostro sistema sanitario sono la sanitĂ privata non convenzionata e i farmaci di fascia C.
- Patient incentives. Benefit finanziari diretti o indiretti assegnati al paziente, quali incentivi a uno specifico comportamento/stile di vita: aderire a uno screening di popolazione, smettere di fumare, etc.
- Patient grant/allowance. IndennitĂ finanziaria diretta o indiretta assegnata al paziente, non legata ad alcun comportamento specifico.
- Patient penalty. Penalizzazione finanziaria diretta o indiretta conseguente a specifici comportamenti del paziente. Ad esempio, limitazione o eliminazione del rimborso di alcune prestazioni per mancata compliance o mantenimento di stili di vita.
3. Interventi organizzativi, provider-oriented
- Revisione di ruoli professionali. Include lo shift di ruoli tra diverse professioni sanitarie, ma anche l’acquisizione di nuove competenze per espandere i task professionali. In Italia queste strategie, oltre che dalle resistenze professionali, sono ostacolate da specifiche normative.
- Team multidisciplinari. Creazione di un nuovo team multiprofessionale e multidisciplinare, o integrazione di nuove professionalitĂ in team giĂ esistenti.
- Integrazione formale dei servizi. Integrazione di servizi tra settori o team differenti, o team che gestiscono insieme diverse tipologie di servizi.
- Skill mix changes. Modifiche nel numero, tipologia e qualifiche dei professionisti sanitari delle varie equipes.
- ContinuitĂ assistenziale. Strategie organizzative che seguono il paziente attraverso un continuum assistenziale, tra ospedale, territorio e domicilio. Includono la definizione dei protocolli di follow-up, il case management, il chronic care model, etc.
- Interventi motivazionali. Hanno l’obiettivo di aumentare il livello motivazionale dei professionisti.
- Comunicazione e discussione di casi a distanza. Realizzate attraverso l’uso di varie tecnologie, in particolare la telemedicina in tutte le sue applicazioni.
4. Interventi organizzativi, patient-oriented
- Coinvolgimento degli utenti nell’organizzazione dei servizi sanitari. Varie strategie per coinvolgere gli utenti nella governance delle organizzazioni sanitarie: nel nostro sistema sanitario si collocano in questa categoria i comitati consultivi misti e alcune iniziative degli uffici relazioni con il pubblico.
- Mail order pharmacies. Distribuzione a domicilio dei farmaci; rientra in quest ambito il recente accordo tra Farmindustria e Poste Italiane.
- Strategie per gestire suggerimenti e reclami. Oggi particolarmente utilizzate tra gli strumenti di risk management
5. Interventi strutturali
Comprendono vari interventi oggi riconoscibili nei requisiti minimi per l’accreditamento delle strutture sanitarie: modifiche del setting di erogazione dei servizi sanitari; modifiche nella struttura, impianti e attrezzature; modifiche dei sistemi di documentazione clinica; modifiche nello scopo e nella natura dei benefici di servizi; presenza di organizzazioni per il monitoraggio della qualità ; proprietà , accreditamento e affiliazione di ospedali e altre strutture; organizzazione del personale.
6. Interventi Regolatori
Comprendono tutti gli interventi regolatori e/o legislativi in grado di modificare l’erogazione e i costi dei servizi sanitari: cambiamenti nella responsabilità professionale, revisione tra pari, abilitazione all’esercizio professionale, gestione dei reclami dei pazienti. Questi interventi possono sovrapporsi con quelli organizzativi o finanziari.
Implementation Science: quali prove di efficacia?
La disciplina nei suoi primi anni di vita, oltre a identificare e sistematizzare le strategie di implementazione, ha prodotto numerose revisioni sistematiche da cui risulta (box) che la qualità /quantità della ricerca è ancora modesta e le prove di efficacia disponibili riguardano in larga misura gli interventi di tipo professionale.
Interventi di consistente efficacia
Interventi di variabile efficacia
Interventi inefficaci
Aree grigie
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KEY POINTS
- Non esistono “ricette magiche” per modificare i comportamenti professionali
- La qualità metodologica della ricerca della Implementation Science è ancora modesta e le prove di efficacia disponibili riguardano quasi esclusivamente gli interventi professionali
- La notevole variabilità tra i risultati dei singoli studi suggerisce che gli elementi di contesto condizionano l’efficacia delle varie strategie
- Le organizzazioni sanitarie sprecano troppe risorse per interventi di documentata inefficacia: massiva distribuzione di materiale educazionale e formazione continua teacher-centered
- Un piano di implementazione efficace deve tenere in considerazione l’efficacia delle singole strategie, gli ostacoli e le motivazioni locali al cambiamento
- I migliori risultati si ottengono con le strategie multifattoriali in grado di collegare i singoli interventi a ostacoli e motivazioni locali
- L’agenda della ricerca dovrà colmare numerose aree grigie della implementation science
Affiliazione degli Autori
Antonino Cartabellotta, Direttore Scientifico GIMBE
Disclosure dei conflitti di interesse
Antonino Cartabellotta è il Presidente del GIMBE, organizzazione no-profit che svolge attività di formazione e ricerca sugli argomenti trattati nell’articoloIndirizzo per la corrispondenza
nino.cartabellotta@gimbe.orgProvenienza
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Non richiestaPagina aggiornata il 7/marzo/2011